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Artissima The Forerunner presenta: Cécile B. Evans

17 Settembre 2020 Journal News

Il futuro dell’arte contemporanea è passato anche da Artissima. Confermando la capacità della fiera di intercettare e proporre in anticipo sui tempi le più innovative tendenze artistiche, la rubrica Artissima The Forerunner presenta una selezione di artisti che hanno partecipato alle passate edizioni di Artissima e che ora sono ospitati in alcune delle più prestigiose istituzioni d’arte contemporanea del mondo.

Oggi per Artissima The Forerunner vi presentiamo: CÉCILE B. EVANS

► on view al Daelim Museum con lo show collettivo virtuale No Space, Just a Place visitabile solo online su:  No Space, Just a Place

No Space, Just A Place è un invito a trasformare la forma astratta dello spazio come semplice collocazione geografica, in un luogo, una forma rappresentativa (concreta, corporea), attivata dall’esperienza umana. No Space, Just A Place è una mostra su larga scala organizzata presso il Museo Daelim per mostrare il lavoro di 10 spazi artistici indipendenti di Seoul insieme a cinque opere di artisti coreani e internazionali. No Space, Just A Place è un progetto a più livelli costruito per supportare il ricco paesaggio culturale e la scena artistica contemporanea di Seoul. Attingendo all’antico concetto di PROXENIA, cerca di formulare una nuova definizione di “essere insieme” pur non essendo una cosa sola.

 

Cécile B. Evans, What the Heart Wants, 2016. Exhibition view, No Space Just a Place, Daelim Museum, Seoul (2020)

 

► presente ad Artissima 2016, nella sezione PRESENT FUTURE, con la galleria Barbara Seiler e vincitrice della sedicesima edizione del Premio illy Present Future

 

 

Scopri di più sull’artista attraverso le parole di WIM WAELPUT, curatore della sezione PRESENT FUTURE di Artissima nel 2016:

“Cécile B. Evans usa video, installazioni, performance e piattaforme on line per indagare le intersezioni tra il mondo fisico e la realtà virtuale, con particolare attenzione al modo in cui le nuove tecnologie digitali confondono i confini tra questi due regni apparentemente agli antipodi. Per i personaggi dei suoi film l’artista utilizza figure che esistono esclusivamente nel mondo digitale: animazioni al computer, avatar, fenomeni di YouTube, raffigurazioni iperrealistiche di persone realmente esistenti e altre elaborazioni virtuali. Attribuendo a queste figure qualità ed emozioni soggettive, Cécile Evans esplora l’influsso dell’informazione tecnologia sulla condizione umana. I suoi progetti solitamente si sviluppano con installazioni che assumono la forma di interfacce tra l’ambiente fisico del visitatore e le rappresentazioni (virtuali) che appaiono nei video. In tal modo, non solo riduce il divario tra realtà e rappresentazione, ma analizza due relazioni collegate: una esamina i processi facilitati dalla tecnologia digitale e la nostra esperienza emozionale, l’altra il rapporto tra le cose materiali che ci circondano e la nostra presenza sempre più virtuale.”

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Credits foto cover: Cécile B. Evans, What the Heart Wants, 2016, Courtesy the artist and Galerie Emanuel Layr

 

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