Il futuro dell’arte contemporanea è passato anche da Artissima. Confermando la capacità della fiera di intercettare e proporre in anticipo sui tempi le più innovative tendenze artistiche, la rubrica Artissima The Forerunner presenta una selezione di artisti che hanno partecipato alle passate edizioni di Artissima e che ora sono ospitati in alcune delle più prestigiose istituzioni d’arte contemporanea del mondo. Ogni settimana per tutto il mese di settembre, sul nostro blog e sui nostri canali social, vi segnaleremo alcune mostre internazionali – personali o collettive – a cui partecipano, attualmente e in autunno, artisti di rilievo che si sono affermati o hanno confermato il proprio valore ad Artissima anno dopo anno. Siete pronti a scoprirli con noi?
Oggi per Artissima The Forerunner vi presentiamo: RACHEL ROSE
► in mostra alla Fondation d’Entreprise Galeries Lafayette – La Fayette Anticipations, con lo show Rachel Rose, visitabile fino al 13 settembre 2020.
Scopri di più: La mostra Rachel Rose – La Fayette Anticipations
Nella sua opera video, Rachel Rose, sperimenta un’ampia serie di tecniche filmiche, dai video collage al più recente cinema narrativo. A prescindere dal tipo di approccio, l’artista ha sviluppato un metodo coerente di proiezione e installazione, per colpire e coinvolgere lo spettatore, trasformando così l’intera Fondation Lafayette Anticipations in un’esperienza fisica e psicologica.
Rachel Rose, exhibition view (c) Andrea Rossetti / Lafayette Anticipations – Fondation d’entreprise Galeries Lafayette, Paris, 2020
► presente ad Artissima 2014, nella sezione PRESENT FUTURE, con la galleria High Art, Paris e vincitrice del premio illy Present Future
Rachel Rose, A Minute Ago, 2014, HD Video, Dimensions variable, Courtesy High Art, Paris
Scopri di più sull’artista attraverso le parole di JAMIE STEVENS, curatore della sezione PRESENT FUTURE di Artissima nel 2014:
“Il nuovo progetto video di Rachel Rose, commissionato dalla Biennale di Taipei nel 2014, è stato girato principalmente nella Glass House, nel Connecticut, residenza del noto architetto americano Philip Johnson. Questa struttura a padiglione in vetro e acciaio è perfettamente integrata nel paesaggio del New England, e il suo carattere spiccatamente modernista rafforza la ritmica visiva. Utilizzando un rotoscopio per ricalcare il corpo di Johnson da filmati d’archivio, Rose ha poi reinserito la sua figura, fotogramma per fotogramma, nelle riprese della Glass House. La prima sequenza del video si apre con una sfocata raffigurazione di Johnson che visita la sua casa – una sintesi retroattiva di personalità e design. La sovrapposizione del corpo dell’artista e dell’edificio suggerisce che la celebrazione dell’eredità artistica abbia un legame simbiotico con suggestioni più profonde, con la morbosità e l’appropriazione. Mentre la visita della casa procede, la figura di Johnson diventa più a fuoco, il suo vecchio corpo incapsulato in documentari d’archivio segnati dal tempo. Rose nota che Philip Johnson aveva costruito la Glass House “come un mausoleo alle rovine” dopo aver visto un villaggio devastato da un incendio dove l’unico materiale sopravvissuto erano i mattoni. Questo conflitto tra mausoleo e Modernismo è la tipica dicotomia simbolica da cui trae spunto l’opera di Rose. In tutti i suoi video, sentieri narrativi diversi sono strettamente intrecciati dalle pulsazioni sequenziali del montaggio. Lo stile e il flusso dei suoi video sono caratterizzati da una certa piattezza, lo schermo è un piano pittorico assente attraverso il quale gli ambienti rappresentati, i movimenti delle lenti e gli effetti foley, si dilatano e ondeggiano in intimo contatto. Le sue installazioni – habitat confortevoli, spesso realizzati al piano terra con coppie multiple di cuffie auricolari – ospitano i video come documenti da campionare informalmente, forse volutamente indulgenti, ma sempre privi di una tensione spaziale dominante tra lo spettatore e lo schermo.”
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Credits foto cover: Rachel Rose, exhibition view (c) Andrea Rossetti / Lafayette Anticipations – Fondation d’entreprise, Galeries Lafayette, Paris, 2020