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Intervista con Eva Fabbris – Back to The Future #ArtissimaLive

5 Novembre 2015

“1975-85 is an artistically complex period which, unlike the 1960s and early 1970s, whose legacy has been the focus of much study in recent years, the late 1970s and early 1980s remain a rich moment poised for more thorough examination.”

Ogni hanno il taglio curatoriale mette a fuoco periodi, artisti, tendenze delle ultime decadi. Back to the Future – la sezione di Artissima dedicata a mostre personali dei grandi pionieri dell’arte contemporanea – quest’anno si concentra sul periodo 1975-1985. Da sempre, la sezione ha come obbiettivo quello di riportare al centro della conversazione internazionale artisti che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’arte contemporanea. Una giuria internazionale assegnerà a uno degli stand partecipanti il Premio Sardi – che consiste nella somma di 5.000€. Il comitato curatoriale è formato da Eva Fabbris (curatrice indipendente, Milano), João Fernandes (Museo Reina Sofía, Madrid), Elena Filipovic (Kunsthalle Basel) e Beatrix Ruf (Stedelijk Museum, Amsterdam)

Seguono alcune domande alla coordinatrice e curatrice di Back to The Future, Eva Fabbris.

ATP: Nella presentazione stampa avvenuta lo scorso settembre, hai ribadito l’impegno di Artissima nell’andare in profondità in merito alla ricerca e la valorizzazione di artisti o periodi rimasti in ombra. Mi racconti meglio questo taglio, prettamente critico, che la fiera si è impegnata di portare avanti con la sezione Back to the Future?

Eva Fabbris: Rispetto a quando è stato proposto per la prima volta, nel 2010 da Francesco Manacorda, il concept di “Back to the Future”  nel corso degli ultimi anni è diventato un approccio piuttosto classico e ricorrente anche in altre fiere (e in altri ambiti espositivi), pur con modalità diverse. Artissima non si è beata della validità di questa proposta iterandola acriticamente, ma si è impegnata a tenerla viva e aggiornata. Sarah Cosulich, fin dal primo anno della sua direzione di Artissima (2012) ha voluto che i membri del comitato curatoriale non si limitassero a selezionare tra le application ricevute dalle gallerie, ma che completassero il loro apporto alla sezione anche indicando degli artisti da includere. In questo modo Back to the Future può sempre contare su contenuti e spunti elaborati da grandi professionisti e ricercatori. A partire dall’edizione 2013, poi, la direttrice ha deciso di ampliare agli anni Ottanta il periodo di indagine della sezione, in conseguenza della constatazione che anche questo decennio è oramai un bacino di riferimento rispetto all’arte prodotta oggi.

Elena Bordignon

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